L’importanza della buona condotta in materia elettorale
A livello globale, il bassissimo numero di elettori che ha esercitato l’opzione di voto, il 3,76% degli aventi diritto, conferma quello già scritto nel mio precedente articolo, circa una mancanza di rapporto di fiducia tra i concittadini eletti all’estero ed i Comites.
Fa eccezione Singapore con oltre il 18%, che penso sia dovuto alla compagna di informazione della nostra lista che ha raggiunto ognuno degli aventi diritto al voto. Un bel segnale, ed una fiducia, che deve essere ripagata dal Comites che verrà eletto.
Siamo ora alla fase del voto che, come da legge, avverrà per corrispondenza. Il voto per corrispondenza è stato criticato in passato perché` può facilmente compromettere il principio, sancito dalla Costituzione, che il voto deve essere personale e segreto.
Purtroppo, negli anni passati, anche per le elezioni politiche e referendum, ci sono stati casi di voti per corrispondenza inviati da persone già decedute, stampa e compravendita di schede vere o false, ed anche presunti brogli organizzati da patronati dei sindacati italiani che raccolgono e votavano schede appartenenti agli iscritti stessi al patronato/sindacato, a vantaggio dei candidati sostenuti da quest’ultimo.
In occasione del referendum costituzionale del 2016, anche striscia la notizia denuncio certe irregolarità mostrando elettori che avevano in casa molteplici schede autentiche, raccolte dalle cassette della posta di persone che abitano nello stesso stabile. (https://www.striscialanotizia.mediaset.it/video/voto-degli-italiani-all-estero_26695.shtml).
Chi pensa che le elezioni del Comites siano meno importanti, e che quindi essere in possesso di schede non proprie sia una cosa normale, si sbaglia.
È sbagliato se lo fa un elettore, a causa di una certa leggerezza che porta comunque a fenomeni che sono difficili da controllare. In questi casi, visto che il voto è ancora (quasi) segreto, non è facilmente dimostrabile se l’atto porti vantaggio o svantaggio ad una particolare lista anziché ad un’altra.
Ma da un candidato che dovrebbe essere a conoscenza dei meccanismi elettorali, dei principi costituzionali, e di cosa sia opportuno o inopportuno, e che si propone per rappresentarmi, mi aspetterei qualcosa di molto diverso, sempre a nome di quel rapporto di fiducia che certi comportamenti fanno diminuire invece che aumentare.
Questo tipo di comportamento che ho definito da “furbetto”, devia da quello che si può definire il codice buona di condotta in materia elettorale, e non è importante se il numero totale di plichi “sospetti” sia determinante per il risultato della votazione.
Evito il termine illegale visto che l’illegalità avverrebbe all’atto di votare per un altro, ma non serve aver varcato questo limite per giudicare in ogni caso come estremamente inopportuno il fatto che un elettore, per di più se candidato, sia in possesso di plichi non propri, cosa da aspettarsi se le schede sono inviate allo stesso indirizzo.
Chi pensa che questo comportamento non sia grave, sbaglia perché` sorvolare su questa cosa oggi, potrebbe portare in futuro esattamente a tutte quelle criticità che purtroppo hanno già segnato negativamente il voto degli italiani all’estero.
Dal punto di vista elettorale avrebbe fatto comodo anche a noi 15 candidati avere il voto di conoscenti attualmente in Italia, tanti considerando il periodo di fine anno dopo l’apertura della VTL, ma non abbiamo mai fatto seguito richiedendo l’invio di plichi ai nostri indirizzi, e questo è dimostrabile dal fatto che tutti i nostri candidati riceveranno al loro indirizzo solo il proprio plico. Personalmente, ho posso anche far vedere conversazioni in cui ho risposto semplicemente con un “grazie lo stesso” a chi mi diceva di non essere a Singapore in questo periodo.
Come lista, siamo convinti di aver fatto bene ed orgogliosi di aver tenuto un comportamento che non fosse in qualsiasi modo giudicabile come inopportuno. Questa è la differenza, ed in base a questa differenza faccio un ultimo appello a votate la nostra lista Italiani in Singapore.
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