Il Pane Donum Deorum (Il pane dono degli Dei)

Italiani in Singapore

Il Pane Donum Deorum (Il pane dono degli Dei)

October 5, 2021 Editoriali Renzo Streglio 0
Il Pane donum Deorum (Il pane dono degli Dei)

Il mangiare, oltre ad essere una necessità, è un piacere ed è un sentimento comune a tutte le specie. Anche gli animali provano piacere quando mangiano. Quindi, questo piacere è collegato con la necessità del cibo e con tutto ciò che è necessario per soddisfare questa necessità. Ma per noi “Homo Sapiens”, il piacere del mangiare (della Tavola) è una sensazione riflessa, che deriva da diverse situazioni, luoghi, cose e persone, che sono associate con i nostri pasti.

Infatti, quando mangiamo, e quindi stiamo godendo del cibo, lo facciamo anche se effettivamente non abbiamo fame. Il mangiare è molto spesso, una scusa per incontrare e parlare con amici e parenti, per avere un’oretta di solitudine, per sperimentare nuovi sapori, per esplorare nuovi luoghi, per fare networking, per celebrare un evento o.… per sedurre qualcuno.

Quindi, manipolare e servire cibi e bevande è il fondamento “Core Business” della ristorazione, che si prefigge come missione appunto, di soddisfare al meglio, per la clientela, il piacere del cibo.

Noi italiani siamo maestri nell’ arte del cucinare. La qualità e l’alto potere nutrizionale della Cucina Mediterranea sono riconosciuti in tutto il mondo. Per esempio qui a Singapore si stima che circa un quarto dei residenti italiani sia impiegato, direttamente o indirettamente, nel comparto della ristorazione. Quello che qui viene chiamato, molto freddamente, Food & Beverage (F&B).

Per noi figli del Bel Paese, quale è il Re delle nostre tavole? Ma indubbiamente sua maestà il Pane.

Ebbene, di ristoranti e pizzerie, qui a Singapore, ve ne sono decine e decine, dal più economico al ristorante di lusso, ma di panetterie italiane, per quanto mi risulta, neanche una. Chi ci lavora nella ristorazione, per vezzo o maestria, il pane se lo fa’ da solo, ma per noi, umili consumatori, sul mercato di Singapore si trovano solo “boulangerie”. Per cui, ci si deve accontentare unicamente della baguette o poco altro, incluso un pane in cassetta miserrimo. E pensare che in Italia sono prodotti più di 200 tipi di pane.

Quindi mi chiedo cosa trattiene i nostri imprenditori nel lanciarsi in questo affare? Ciò che manca, a mio avviso, è la voglia e la volontà’ per diversificare l’offerta di questo importante comparto commerciale, che vedo fossilizzato su un modello che definirei âgé. Un modello commerciale che si basa su stereotipi accettati, dove il “Made in France” la fa da padrone, sia nel pane, che nei formaggi, nei salumi, per non parlare del vino.

Non solo, perché non parlare delle pasticcerie annesse o no ai bar. Io sono un amante delle sfogliatelle napoletane, ma anche i Babà mi donano deliri di piacere, senza scordare la cassata, i cannoli siciliani e via dicendo, dal Piemonte alla Sardegna. Invece bisogna aspettare il Natale per gustare un dolciume italico, degno di questo termine.

Per cui, la pasticceria, è un’altra immensa prateria da esplorare e conquistare. Ma credo fermamente che il nostro cibo d’asporto o come lo chiamano gli americani lo street-food, sia la vera grande opportunità, la carta vincente. Le nostre regioni, da Nord a Sud, ne sono piene. Questo cibo povero, e quindi economico, è sicuramente più salutare e meno inquinante dei fast-food anglo-sassoni.

Qualche anno fa mi trovavo a Palermo e mangiai sul lungo mare di Mondello un “Pane e Panelle” che mi fece godere da matti. Stessa sensazione che provai a Napoli, nei quartieri spagnoli, per la “Pizza Fritta” e non posso non citare, da buon romano il “Panino con la Porchetta” fatto con il pane rigorosamente, di Genzano. E questi sono solo pochi esempi.

Quindi, se i nostri imprenditori mancano in questo campo d’intraprendenza, anche le nostre autorità non sono scevre da errori, o meglio il loro errore è la mancanza d’azione. Come consumatore non vedo campagne promozionali del “Made in Italy” agro-alimentare. Come non vedo una attiva politica, che magari è sotterranea, in difesa dei nostri marchi d’eccellenza. Il “Parmisan” nei supermercati mi ferisce nel profondo.

Se mi permettete, ritengo questo atteggiamento molto miope, che rischia di farci perdere i sicuri miglioramenti che si avranno, nel breve periodo, in vista delle riaperture dopo questa drammatica parentesi. Quindi serve un maggior impegno (di fantasia, creatività ed intraprendenza) sia da parte delle istituzioni governative, che da parte della imprenditoria privata, per creare nuove alternative e ridimensionare se non vincere la concorrenza esistente.

Mi sono candidato con lista Italiani in Singapore per fare parte del Comitato degli Italiani all’ Estero (Comites), questo è link che spiega succintamente e molto intuitivamente gli scopi e finalità che si prefigge questo organismo.

Il Comites verrà eletto il prossimo 3 Dicembre, e per prima cosa, chiedo a voi concittadine e concittadini, di seguire questo link, per registrarsi e fare parte corpo elettorale.

Se godrò della vostra fiducia e quindi sarò eletto, tra le mie prime attività, mi farò carico di chiedere ed organizzare una campagna di promozione per sensibilizzare e raccogliere fondi, con fiere, mostre e simposi, per queste nuove forme di fruizione del cibo. Io mi impegno se eletto, a farmi portavoce per questo cambiamento.

Renzo Streglio – candidato nella lista Italiani in Singapore

In conclusione
Ti ricordiamo che a queste prime elezioni del Comites ci si deve iscrivere tramite il sito del Ministero degli Esteri
Una volta iscritto si riceverà il plico elettorale a casa e quindi si vota per posta. Nel caso tu abbia cambiato la residenza ricordati di aggiornare le tue informazioni AIRE sullo stesso sito oppure in Ambasciata.
IMPORTANTE: Per questa elezione puoi esprimere fino a 4 preferenze sulla stessa lista (non si può fare il voto disgiunto).
Vota e fai votare la lista Comites Italiani in Singapore

 

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